Di brand si parla da sempre o quasi, da quando è iniziato il commercio e ancor di più dalla novecentesca rivoluzione industriale. Abbiniamo solitamente il brand a un prodotto e/o un servizio o a un’azienda e ai suoi valori. Il corporate branding racchiude quell’insieme di attività, valori e processi che hanno un’influenza per gli stakeholder (dai dipendenti ai fornitori) e per i clienti. Diciamo che in un contesto come il nostro fatto di PMI, imprenditori e aziende familiari, il corporate brand è sempre stato più teoria che pratica, perché sì i valori aziendali li metti sul sito, li enunci, provi a farli vivere anche agli altri ma risulta sempre un po’ un esercizio. Non inutile, non superfluo ma adottato da un contesto particolare, quello della grande azienda, senza adattarlo a realtà diverse per numeri e dinamiche.
Corporate brand e PMI
Con la rivoluzione digitale e i social media, il corporate brand si è sempre rilevato per le micro e piccole imprese come qualcosa di un po’ distante e al massimo riconducibile a una buona reputazione locale e un po’ di passaparola. La rivoluzione digitale ha anche portato qualcosa che però al singolo imprenditore risultava più facile da maneggiare e digerire: il Personal Branding. Laddove da un lato si parla di un’azienda strutturata di qui si parla di un singolo.
un modo di fare business differente
La scelta tra Personal Branding o Corporate Branding non è però solo il risultato di un’equazione dipendente dalla dimensione e dall’organizzazione. La scelta, l’orientamento e l’adozione sottintendono infatti una adesione a un modo di fare business differente: più singolo, più impresa, più io, più team. Ma, c’è anche la rete o, meglio, c’è anche chi contempla un noi fatto di relazioni non solo interne ma anche esterne, un noi che non somma gli io, non definisce confini ma contempla relazioni. Sono scelte e modi di essere e di fare. People Branding si situa in questo spazio diverso e “allargato”, destinato a chi vuole scegliere un modo di fare impresa che preveda il mettere al centro le persone, le relazioni, le collaborazioni con dipendenti, clienti, fornitori, freelance e professionisti prima di sé e prima di noi.
Ma se abbiamo detto che si tratta di una affinità e di una scelta quali sono le differenze e le distanze?
cosa c’è di differente rispetto a People Branding?
- Se con il Corporate Branding dividiamo il mondo tra azienda e pubblico di riferimento, come vi fosse un dentro e un fuori netto, con il People Branding consideriamo anche quell’insieme di attori (consulenti, partner, collaboratori, ecc.) con cui avvengono relazioni e interazioni, e che incidono sul potenziale competitivo dell’azienda.
- Se con il Corporate Branding il processo di costruzione, azione e implementazione dello stesso è lineare e spesso soggetto a dinamiche interne di ruolo, con il People Branding ogni processo si basa sulla condivisione di punti di vista, dove non c’è un leader ma solo un processo decisionale.
- Se con il Corporate Branding le decisioni sono prese da un board per un team e secondo logiche top-down, con il People Branding si cercano e si stimolano sempre processi di decision making che coinvolgono, includono e creano condivisione ovvero secondo logiche bottom-up.
Queste le 3 principali differenze tra Corporate Branding e People Branding, perché è una scelta di valori, di essere e di come vedi e fai più che di valore. E se il brand è importante è altrettanto importante scegliere ciò che ti rispecchia.
Copy Credits Marcello Vignola. Photo Credits Juliana Coutinho – Creative Commons Attribution License.
No comment yet, add your voice below!