Ci sono persone che amano correre e altre che preferiscono nuotare e altre che tutte e due, e poi c’è chi fa triathlon. Ci sono scelte che non sono né alternative né esclusive né in competizione. Ci sono scelte che sono una questione di preferenze e gusti personali ma non c’è antagonismo, perché ci sono intersezioni e sovrapposizioni che arricchiscono, aiutano e fanno crescere.
Ma andiamo con ordine.
Avere un brand al giorno d’oggi è necessario
Nessuno lo può negare.
Fino a oggi intuitivamente sapevamo che per costruire il brand di un’azienda dovevamo riferirci al Corporate Branding e per farlo come professionisti saremmo dovuti partire dal Personal Branding. Tutto vero. Ma chi ama gli sport di squadra, dove si colloca in questa polarizzazione? Sicuramente trarrà beneficio dall’applicazione di uno o dell’altro approccio, ma se sei un professionista o una piccola e media impresa che dalla rete delle collaborazioni, dallo scambio e dal confronto continuo con altri imprenditori, professionisti o manager di aziende partner trae non solo beneficio, ma forza e benessere? Se sei in quella grandissima fetta di mercato che si colloca nei due estremi tra il “fare azienda da soli” e “insieme si fanno cose straordinarie”, probabilmente sentirai che ti manca un pezzo, che ci dovrebbe essere dell’altro e che gli approcci che hai davanti, seppur terribilmente utili, non sono proprio proprio quello che stavi cercando. Ti stanno insegnando a nuotare e ad andare al massimo per diventare il nuovo Michael Phelps ma tu in fondo volevi giocare a pallanuoto ispirandoti al Settebello.
Ma andiamo per passi. Oggi in fondo parliamo di Personal Branding e di People Branding. Di Corporate ne parleremo in un’altra occasione.
Il Personal Branding
Il Personal Branding, lo sappiamo, è un modo per farsi trovare e scegliere, per emergere e attrarre più opportunità legate a ciò che si sa fare meglio. Chi sceglie questa strada lo fa perché si riconosce in un approccio che invita a partire da se stessi e puntare sull’insieme delle proprie qualità distintive (conoscenze, competenze, reputazione, stile, carattere, abilità, ecc.). Il personal brand è quindi il processo attraverso il quale una persona, grazie a un’azione di marketing, riesce a posizionarsi e farsi scegliere in quanto unico.
Ma come detto poco più su, non c’è sempre e solo un modo di fare le cose e spesso non è detto debba essere l’unico o il più adatto a noi. Chiarito questo, cosa c’è di differente rispetto al People Branding?
cosa c’è di differente rispetto a People Branding?
- Se con il Personal Branding la persona è al centro con il People Branding al centro ci sono le relazioni tra un singolo e la sua rete;
- Se con il Personal Branding si parte dalla comprensione delle proprie attitudini personali, competenze e conoscenze per poi individuare un segmento di mercato in cui affermarsi con il People Branding si cerca prima di tutto di comprendere i bisogni dei clienti nel mercato per capire a chi rivolgersi e come, perché le persone vengono prima di un ottimo prodotto e di un modo di raccontarlo migliore;
- Se con il Personal Branding l’attenzione è data principalmente agli strumenti e, in particolare, a quelli del mondo digitale, con il People Branding l’attenzione si sposta sulla strategia e quindi sul collegamento tra azioni e obiettivi.
Queste le 3 ragioni per cui il People Branding è differente dal Personal Branding, non c’è meglio e non c’è peggio. L’importante è scegliere ciò che fa per sé e per la propria attività imprenditoriale.
Copy Credits Marcello Vignola. Photo Credits Juliana Coutinho – Creative Commons Attribution License.
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