Oggi trattiamo di un’altro dei pilastri alla base del mio metodo.
Parliamo di ecologia di business (Iansiti & Levien HBR) – che non c’entra nulla in questo caso con il salvare il Pianeta o coltivare un orto –, ovvero di un modo di vedere l’impresa come soggetto immerso in un ambiente dominato da spazi relazionali e valoriali in cui riconoscersi, condividere e sviluppare assieme. Questo contesto che chiamiamo “ecologico” cambia le carte in tavola poiché spariscono le aziende sole, individuali e isolate “contro tutto e tutti”, cambia il modo di muoversi poiché si cerca di andare oltre la competizione o i rapporti di mera fornitura, per ricercare la collaborazione, la cooperazione o meglio ancora la coopetizione (un mix di competizione e cooperazione).
interazioni: persone prima ancora che aziende
Tenere in considerazione il ruolo dell’ecologia di business significa considerare l’influenza e l’importanza reale e potenziale dell’interazione tra imprese, freelance e consulenti ovvero di tutto quell’ambiente prossimo all’azienda non tanto e non solo in termini di distanza ma in termini di valore.
Ho deciso di parlare di ecologia di business perché nell’attuale contesto economico non è possibile prendere una decisione senza aver compreso quell’insieme di processi aziendali basati sulle interazioni con altri, sui continui adattamenti a richieste, stimoli e domande di persone, prima ancora che aziende, vicine. Inoltre, la costruzione di una strategia o di un modello di business deve tenere conto della possibilità date dall’arricchimento della propria ecologia di business che va coltivata non tanto per estensione ma per selezione.
ecologia di business: la tua azienda allargata
Spiegamoci. Essere inseriti in un contesto attivo, vario, aperto, innovativo e orientato alla coopetizione aumenta la nostra competitività e capacità innovativa. Ma per ottenere questo non devo contare i numeri, i like e la quantità ma devo piuttosto valutare valori e relazioni di valore.
Proviamo a essere ancora più espliciti.
Hai presente quel fornitore con il quale ti confronti, chiacchieri o magari ci esci pure a cena? Concorderai che le ragioni del vostro rapporto vanno oltre le questione di ordini o di margini. Non è neanche solo amicizia. È che con lui sperimenti nuovi progetti, e magari vi segnalate a vicenda nuove idee, innovazioni o tecnologie.
E poi c’è anche quel freelance, che ti racconta sempre di innovazioni che dopo cerchi su google, che se non ci fosse stato lui non avresti mai sviluppato quel nuovo servizio.
E, infine quel consulente che magari chiami per un consiglio e un confronto, no non per sfruttarlo e non pagarlo, ma per chiedergli semplicemente lui che ne pensa e se se la sentirebbe di provare assieme a fare un progetto.
Beh, loro sono la tua ecologia di business, la tua azienda allargata.
Se inserisci l’ecologia di business nel tuo modo di vedere l’azienda, sai che parte del valore che puoi portare dipende da chi non è legato a te da un contratto ma da chi condivide la tua visione, il tuo modo di fare impresa e, perché no, di vivere.
Perché questo fanno le persone prima ancora di fare business.
Copy Credits Marcello Vignola.
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